Il presidente della Cei, venerdì 5 settembre, apre le celebrazioni per il centenario dalla nascita di don Oreste Benzi e rilancia il sogno inclusivo del sacerdote romagnolo: “Dove noi, anche loro”, affinché nessuno resti escluso, a partire dai ragazzi con disabilità
Redazione
RIMINI
La spiaggia libera del porto di Rimini, venerdì 5 settembre, diventerà una chiesa a cielo aperto. Sarà il cardinale Matteo Zuppi (presidente della Cei e arcivescovo di Bologna), a celebrare la Messa che apre le “Giornate di don Oreste” nel centenario della nascita del sacerdote romagnolo (7 settembre 1925) fondatore della Comunità Papa Giovanni XXIII.
Un gesto che rievoca la sua battaglia per gli ultimi, perché proprio qui, mezzo secolo fa, don Benzi scrisse una delle pagine più rivoluzionarie del suo impegno: restituire dignità ai ragazzi con disabilità quando la società voltava lo sguardo relegandoli ai margini.
Perché se oggi si discute di barriere architettoniche, inclusione lavorativa e autonomia, meno di cinquant’anni fa la realtà era ancora più brutale: i ragazzi con disabilità non venivano accettati da nessuna parte. Non c’era posto per loro negli alberghi, nessuna colonia li accoglieva, gli stabilimenti balneari li rifiutavano: erano scomodi, troppo ‘disturbanti’ per la clientela, mettevano a rischio l’economia delle strutture ricettive. Non si trattava di ostacoli pratici, ma di un vero e proprio rifiuto culturale. La vacanza italiana degli anni Settanta non contemplava la diversità: i ragazzi con disabilità erano giudicati un peso, un disturbo da rimuovere, e così venivano confinati tra le mura domestiche e nascosti allo sguardo collettivo, come se la loro stessa presenza fosse una vergogna.
Fu lì che iniziò la rivoluzione di don Benzi che con la ‘sua’ Comunità cominciò a bussare alle porte degli stabilimenti balneari romagnoli, uno a uno, finché la sua tenacia piegò quei muri invisibili e qualcuno accettò di ospitare quelle comitive di ragazzi ‘scomodi’. La sua non era una provocazione, non cercava riflettori né visibilità: era la risposta ostinata di chi non accettava che esistessero vite di serie B unita al desiderio di restituire a ciascuno il diritto alla normalità. Giornate di mare, di giochi, di libertà e anche di Messe celebrate sulla spiaggia, perché nessun ragazzo doveva sentirsi escluso neppure dalla fede. Il motto che accompagnava quella sfida, infatti, era chiaro e diretto: “Dove noi, anche loro”. Una frase che non restò confinata alla disabilità, ma che divenne la chiave di tutta la missione di don Benzi: per stare accanto alle donne sfruttate sulla strada, alle persone senza dimora, agli ultimi di ogni angolo del mondo; non c’era campo della vita in cui non si potesse declinare quel principio capace di smascherare ipocrisie e di abbattere barriere.
La scelta del cardinale Zuppi di aprire le “Giornate di don Oreste” con una messa sulla sabbia non è dunque folclore né effetto scenico: è memoria viva. È dire che la Chiesa continua a partire dagli ultimi, così come fece quel ‘prete dalla tonaca lisa’ che portò i suoi ragazzi là dove nessuno li voleva, dando loro la possibilità di vivere una vita piena. Celebrare in spiaggia significa ripartire da quell’inclusione radicale che cinquant’anni fa sembrava impensabile. Allora bisognava lottare, affinché i ragazzi con disabilità potessero semplicemente trascorrere una giornata al mare e sentirsi parte della comunità; oggi la società è cambiata, ma la sfida resta: non basta eliminare muri e scalini, serve superare diffidenze, pregiudizi e quelle barriere meno visibili che ancora pesano sul lavoro, sull’autonomia, sul pieno riconoscimento delle persone con disabilità come cittadini con diritti e non solo come destinatari di assistenza. Ecco perché la Messa in riva al mare è più di un rito: ricorda che una comunità è vera solo se abbraccia ogni volto e non lascia nessuno indietro.
La tre giorni riminese - promossa dal comitato nazionale per il centenario e dalla Fondazione don Oreste Benzi, insieme alla Comunità Papa Giovanni XXIII, alla diocesi e al comune di Rimini - proseguirà fino a domenica 7 settembre con incontri, testimonianze e momenti di festa. Ma l’apertura in riva al mare resta il segno più forte: un Vangelo senza muri né posti riservati, ma capace di parlare a tutti.
A cento anni dalla nascita e a diciotto dalla morte, la voce di don Benzi continua a farsi sentire, non come un ricordo lontano, ma come un mandato che ancora oggi interpella la Chiesa e la società. E il suo motto resta un invito che non conosce scadenze: “Dove noi, anche loro”, come consegna per il presente e sfida per il futuro.
Il programma completo, gli ospiti e gli aggiornamenti sono disponibili sul sito ufficiale della Fondazione: (fondazionedonorestebenzi.org/le-giornate-di-don-oreste).
La partecipazione agli eventi è gratuita, ma è richiesta l’iscrizione, compilando il form che si trova al seguente link (https://www.fondazionedonorestebenzi.org/iscrizione-gdo).
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