La famiglia Iannelli, a quasi cinque anni dalla disgrazia, chiede alla magistratura la riapertura delle indagini



Redazione

PRATO
Il 5 ottobre 2019, a Molino dei Torti (Alessandria), si disputava un’importante competizione ciclistica dilettantistica dove parteciparono moltissimi atleti, appartenenti a svariate società che si recarono in Piemonte, arrivando da diverse località italiane. Nell’ultimo giro, e sul rettilineo di arrivo, durante la volata finale a ranghi compatti, il corridore pratese di 22 anni Giovanni Iannelli, a causa di un contatto fra atleti, perde il controllo della sua bicicletta da corsa, per poi battere violentemente la testa contro una colonna in mattoncini, sporgente e spigolosa di una civile abitazione in via Roma. Giovanni perde i sensi, e viene trasportato in eliambulanza e operato d’urgenza all’ospedale di Alessandria, per poi morire due giorni dopo (7 ottobre). I sogni e le speranze di un giovanissimo ciclista restano sull’asfalto, a 144 metri dal traguardo.
Da quel momento in poi inizia una lunghissima e spinosa controversia legale fra la famiglia Iannelli che chiede tuttora che venga fatta piena luce sull’accaduto e la riapertura del caso da parte della magistratura, e gli organizzatori della gara, per l’accertamento di eventuali responsabilità che avrebbero potuto evitare la disgrazia.
Purtroppo il punto esatto dell’incidente era sprovvisto di transennatura e altre barriere di protezione. Ci si chiede: come mai gli ostacoli (cestini dell’immondizia, paletti, colonne sporgenti ecc.) sul medesimo rettilineo e in pieno centro abitato non erano stati adeguatamente coperti e protetti?
A tal proposito abbiamo nuovamente intervistato il papà di Giovanni, l’avvocato Carlo Iannelli:     



Avvocato Iannelli, sono trascorsi quasi cinque anni dalla tragica scomparsa di Suo figlio Giovanni. Qual è la situazione attuale per quanto riguarda la giustizia civile e penale?
<<Sul piano penale ci sono state novità ma, almeno per ora, tutte negative. Ma non è ancora scritta la parola fine sulla vicenda giudiziaria, anzi il peggio su questa triste storia deve ancora venir fuori e presto emergerà. Sul piano civile è stata recentemente depositata una relazione da parte del consulente del giudice, leggendo la quale, si può affermare, senza timore di smentita, che la morte di Giovanni si poteva assolutamente evitare>>.

Quali documenti sono stati presentati ultimamente per chiedere alla procura della Repubblica di Alessandria la riapertura del caso?
<<Presenterò a breve la terza istanza di riapertura delle indagini, anche se dalla procura della Repubblica di Alessandria oramai, purtroppo, mi aspetto ben poco>>.

Quanto avrebbe inciso secondo Lei, la politica locale e nazionale su questa drammatica vicenda?
<<La politica potrebbe aver inciso moltissimo sulla vicenda, ma in senso negativo. Questa, come ho detto più volte, potrebbe trattarsi di una questione più politica che giuridica. Trattasi di una vicenda enorme che purtroppo farebbe paura a tanti>>.  

Quali saranno e dove si terranno le prossime manifestazioni sportive per ricordare la vita straordinaria di Suo figlio?
<<Sono state confermate le oramai consolidate manifestazioni sportive per ricordare Giovanni, ovvero la Family Run nell’ambito della Maratonina di Prato che si terrà, domenica 14 aprile, e la Pedalata per la Sicurezza che si svolgerà l’ultimo sabato di giugno o il primo sabato di luglio (la data è ancora da definire), con partenza da piazza del Duomo a Prato, e con l’arrivo a Carmignano di fronte al murale che ricorda Giovanni>>.

Il consiglio comunale di Prato aveva deliberato la possibilità di intitolare una pista ciclabile o un impianto sportivo in ricordo di Giovanni. Ci sono novità in merito?
<<Per ora nulla è stato ancora realizzato. Spero che ciò si verifichi presto. Nel frattempo, visto che a giugno si vota a Prato per il sindaco, sto facendo un appello a tutti i candidati alla poltrona di primo cittadino, affinché inseriscano nel loro programma elettorale la questione, soprattutto giudiziaria, relativa alla morte di mio figlio Giovanni. Ritengo infatti che si tratti di un tema etico imprescindibile che riguarda, non solo la città di Prato, ma l’Italia intera>>.

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