All’intitolazione della ciclovia ha partecipato anche il sub commissario del comune di Prato Davide Lo Castro, a testimonianza dell’impegno istituzionale nel riconoscere il valore di questa memoria. Un momento toccante, che ha unito cittadini, amici, autorità e familiari in un abbraccio collettivo



Redazione

PRATO
Nel cuore della Toscana, tra Prato e Firenze, un tratto della ciclovia è stato intitolato a Giovanni Iannelli (Azzurro del ciclismo), giovane ciclista scomparso tragicamente il 5 ottobre 2019 durante una gara a ranghi compatti nel tratto finale, a soli 144 metri dal traguardo, a Molino dei Torti (Alessandria). Un gesto simbolico, ma profondamente significativo, che trasforma un luogo di passaggio in uno spazio di memoria e riflessione.

Giovanni non è stato solo un atleta promettente, ma anche il figlio esmplare di un papà che non ha mai smesso di lottare per la verità. L’avvocato Carlo Iannelli, da quel giorno, ha intrapreso un cammino difficile e coraggioso per ottenere giustizia. La sua battaglia non è solo personale: è diventata una missione civile, affinché tragedie come quella di Giovanni non si ripetano mai più. Carlo si è fatto portavoce della necessità di applicare con rigore le misure di sicurezza nei circuiti cittadini, troppo spesso sottovalutate vista la pericolosità degli ostacoli sulla carreggiata che gli atleti potrebbero incontrare.

All’intitolazione della ciclovia ha partecipato anche il sub commissario del comune di Prato Davide Lo Castro, a testimonianza dell’impegno istituzionale nel riconoscere il valore di questa memoria. Un momento toccante, che ha unito cittadini, amici, autorità e familiari in un abbraccio collettivo.

A rendere ancora più profondo questo tributo, è giunta la lettera del vescovo di Prato Giovanni Nerbini, indirizzata all'avvocato Iannelli. Parole di conforto, di vicinanza e di riconoscimento per una verità scomoda, mai affrontata processualmente, ma presente nelle testimonianze di chi ha vissuto quella tragedia. Il vescovo ha espresso il suo rammarico per non poter essere presente fisicamente, ma ha voluto comunque far sentire la sua voce e la sua benedizione.

L’intitolazione non restituisce Giovanni alla sua famiglia, ma lo inserisce tra i nomi da ricordare, tra le storie che meritano di essere raccontate. Quel tratto di ciclovia ora è più di un percorso: è un simbolo di amore, giustizia e impegno civile. Un luogo dove ogni pedalata può diventare un pensiero per Giovanni e un passo verso un futuro più sicuro per tutti.

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