L’ufficiale di regata coordina tutte le fasi della competizione: prima della regata, collabora con i circoli organizzatori alla redazione del bando e delle istruzioni di regata; durante, dirige la partenza, monitora lo svolgimento della gara, registra gli arrivi; dopo, può intervenire nella gestione delle proteste, valutando le situazioni di conflitto tra equipaggi secondo il regolamento internazionale di regata



Redazione

SAN BENEDETTO DEL TRONTO
Il mondo dello sport, in generale, premia ed esalta la visibilità degli atleti e questo è vero anche per la vela. Esiste però, sempre, un universo non meno affascinante anche se poco noto, in cui la passione si trasforma in responsabilità e precisione: quello degli ufficiali di regata. Tra le voci più autorevoli e appassionate del Circolo nautico sambenedettese, c’è quella di Valentina Bravi, ufficiale di regata nazionale.

Abruzzese “e un po’ marchigiana”, perché originaria di Fabriano, Valentina ha scoperto la vela da adulta, arrivando a costruirsi una solida esperienza nei comitati di regata, fino a gestire eventi di respiro internazionale.

<<Il viaggio che ti porta a diventare ufficiale di regata è un po’ come costruire il campo di regata - racconta Valentina, che è stata responsabile della competizione di classe “29er” di Riva del Garda ed è già pronta a partire per dirigere nuove gare -, perché è un percorso che ti premia dandoti un punto di vista unico sul nostro sport. Quando c’è una regata, siamo noi a posizionare le boe, a disegnare il tracciato della regata, tenendo conto del vento, del moto ondoso, delle correnti. Nessuna regata è uguale a un’altra, e ogni campo di gara va pensato e adattato in tempo reale. Così, ognuno di noi può diventare ufficiale di regata seguendo un proprio personale percorso>>.

L’ufficiale di regata coordina tutte le fasi della competizione: prima della regata, collabora con i circoli organizzatori alla redazione del bando e delle istruzioni di regata; durante, dirige la partenza, monitora lo svolgimento della gara, registra gli arrivi; dopo, può intervenire nella gestione delle proteste, valutando le situazioni di conflitto tra equipaggi secondo il regolamento internazionale di regata.

Un impegno che richiede attenzione, equilibrio e prontezza. Tutto questo può diventare “un’opportunità per i giovani: non è obbligatorio aver regatato, perché c’è un programma di formazione teorica molto approfondito, però a differenza del calcio, ad esempio, in cui è possibile che un ragazzo o una ragazza decidano di fare l’arbitro senza aver giocato, qui è necessaria la conoscenza dell’ambiente marino”.

Il percorso per diventare ufficiale di regata è ben definito, gestito dalla Federazione italiana vela. Si comincia con il livello Cro (Club race officer), per poi salire: aspirante ufficiale, ufficiale zonale, nazionale, fino - per chi lo desidera - al livello internazionale.

“Al Circolo di San Benedetto, per esempio, coinvolgiamo anche i ragazzi più giovani nelle regate come collaboratori: è un modo per far scoprire loro questo mondo. Poi, con la maggiore età, possono già accedere ai corsi ufficiali”.

La vera chiave è l’interesse per uno sport regolato, impegnativo e vivo. «Serve serietà, ma anche entusiasmo. E ogni regata ti insegna qualcosa».

Valentina parla anche, con lucidità, dell’aspetto economico: «Non lo si fa per soldi. Riceviamo solo un rimborso spese. Ma lo facciamo per amore dello sport. Se lavori, usi le ferie; se lavori come dipendente o sei libero professionista, rinunci a giorni di lavoro. Ma quando sei in mare, quando tutto fila liscio e gli equipaggi ti ringraziano, capisci che ne è valsa la pena».

Un invito, il suo, che suona come una chiamata: quella a vivere lo sport da un altro punto di vista, altrettanto protagonista. E forse più costruttivo, in ogni senso.

«È un’esperienza formativa, che ti responsabilizza e ti fa crescere. Per questo la consiglio a chiunque voglia mettersi alla prova, soprattutto ai giovani. È una strada poco battuta, ma c’è…buon vento». 

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