Dall'inizio del 2025 non si sono riscontrati suicidi, anche grazie all'ottimo lavoro degli agenti di Polizia penitenziaria, ma restano alcune difficoltà come l'integrazione dei detenuti stranieri e il maggior numero di persone con patologie psichiatriche all'interno della medesima struttura
di Simone Corradetti (esclusiva)
ASCOLI PICENO
Nella casa circondariale ascolana di Marino del Tronto, le attività dedicate alla rieducazione dei detenuti continuano con impegno e determinazione, grazie a una stretta collaborazione fra l’amministrazione penitenziaria, enti, e associazioni di volontariato. Questo sforzo congiunto mira a offrire a ogni individuo la possibilità di una seconda chance, riconoscendo che il carcere deve essere un luogo di crescita e miglioramento, non di peggioramento.
L’obiettivo principale è aiutare le persone a saldare il proprio debito con la giustizia, favorendo un percorso di reinserimento sociale che si basi sui principi della legalità e del rispetto. È fondamentale, inoltre, prestare attenzione anche alla prevenzione a livello psicologico, poiché il benessere mentale dei detenuti rappresenta un elemento chiave per evitare rischi come il suicidio, che purtroppo sono presenti in ambienti carcerari.
Per approfondire questi temi, abbiamo intervistato il direttore del penitenziario ascolano Daniela Valentini, sempre in prima linea per il raggiungimento di obiettivi che mirano a restituire dignità e speranza ai detenuti. La sua visione e il suo impegno sono fondamentali per promuovere un modello di carcere che non si limiti alla detenzione, ma che favorisca la crescita personale e il rispetto delle regole, contribuendo così a costruire una società più giusta e solidale.
Direttore, com'è nato il suo impegno all'interno della comunità detenuta?
<<Mi sono laureata nel 1993, ho conseguito quattro master e un dottorato di ricerca sempre nel settore giuridico e amministrativo, iniziando come avvocato. Successivamente ho vinto il concorso nel 1997, come funzionario del ministero della giustizia. Il mio primo incarico è stato al carcere di San Vittore, a Milano, come vicedirettore, e sempre con lo stesso ruolo sono stata assegnata negli istituti penitenziari di Ancona, Viterbo, e Regina Coeli a Roma. Dopodiché ho assunto l'incarico di direttore, prima a Fermo, e ora ad Ascoli>>.
Quali sono le sue mansioni principali?
<<Ho la responsabilità di tutta la struttura penitenziaria, del reparto amministrativo composto da civili e del personale di Polizia penitenziaria. Ho in mano la gestione contabile, e mi occupo di alcune spese, tipo il trasporto dei detenuti, la gestione dei reclusi lavoranti e la manutenzione dell'edificio. Sono responsabile della sicurezza e della rieducazione dei detenuti. Mi occupo dell'area contabile, dell'area sicurezza e del rapporto con i vari dirigenti>>.
Che distinzione di ruoli c'è fra lei e il comandante della Polizia penitenziaria?
<<Il comandante è il capo dell'area sicurezza sulla parte tecnica della gestione del detenuto e risponde sempre al direttore>>.
Quanti detenuti ci sono e quali sono le sezioni all'interno della struttura?
<<Attualmente abbiamo 143 detenuti e non siamo in sovraffollamento. Molti detenuti arrivano dall'Emilia Romagna, perché hanno commesso gesti gravi o estremi all'interno degli istituti e vengono trasferiti ad Ascoli. Le sezioni che abbiamo sono: giudiziaria (media sicurezza), compresi quelli in attesa di giudizio; filtro (protetti); Alta sicurezza (AS3); Atsm in osservazione psichiatrica (ex Opg)>>.
Quali sono le attività svolte dai detenuti?
<<Per le attività trattamentali abbiamo mediatori culturali per marocchini e tunisini, e due mediatori per albanesi e rumeni. Inoltre, ci sono le attività sportive di calcio, ping pong, bricolage e il punto di ascolto della Caritas. Da fine maggio riprenderà il teatro, il laboratorio artistico, il gruppo genitorialità, il cineforum e il giornalino. Resta attiva la palestra a disposizione di tutti i detenuti>>.
Qual è l'iter quando arriva un nuovo detenuto?
<<Viene effettuata una visita completa anche per verificare se ha riportato delle lesioni precedenti (es. rissa o incidente), e se il nuovo recluso dovesse presentare un disagio mentale, va a colloquio con lo psicologo. Fortunatamente in questo nuovo anno non si è riscontrato alcun suicidio e bisogna ringraziare l'ottimo lavoro di prevenzione degli agenti di Polizia Penitenziaria>>.
Qual è la percentuale fra italiani e stranieri presenti in carcere?
<<Il 40% dei reclusi sono stranieri e questo è un periodo complicato, perché molti di loro hanno problemi di integrazione. Inoltre, a seguito della chiusura degli ex Opg, c'è una maggiore presenza di reclusi con patologie psichiatriche>>.
Quanti agenti di Polizia penitenziaria ci sono nel penitenziario ascolano?
<<Sono presenti 144 unità su 152 previsti e questo dato ci crea alcune difficoltà di gestione>>.
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